Nel mondo complesso del lavoro spesso dimentichiamo l’importanza del nostro corpo considerandolo solo uno strumento o un contenitore.
È tempo di smettere di ignorarlo e iniziare a vivere tutto il suo potenziale.
Riconoscerne l’importanza è fondamentale per stare veramente bene, essere più creativi e produttivi, muoversi meglio nelle relazioni professionali.
Spesso ci ricordiamo di avere un corpo quando qualche dolore, problema o malattia desta la nostra attenzione, oppure quando dobbiamo aggiustare o correggere qualcosa.
La cultura in cui viviamo celebra così tanto la mente e la razionalità da sottovalutare tutto il potenziale del corpo umano.
Partiamo dal linguaggio che usiamo: quanto spesso pensiamo e diciamo di avere un corpo e quanto volte di essere un corpo?
Come esseri umani, abbiamo un corpo e siamo il nostro corpo: sentiamo, percepiamo, conosciamo e reagiamo con tutto il corpo.
Quando separiamo corpo e mente, spesso ci troviamo in conflitto: vince chi è più prepotente e perdono tutti, perché solo uniti e interconnessi stiamo veramente bene.
Quindi, integrare pienamente il corpo nella nostra vita lavorativa è essenziale per il benessere personale e collettivo e lo è ancor di più per fare nuove scoperte, innovare e agire meglio nella complessità.
Il corpo è la tua risorsa più potente sul lavoro
Riscoprire il corpo è la chiave per rendere più sana e prospera la dimensione lavorativa.
Ecco alcuni benefici che si possono ottenere:
Essere corpo significa essere autentici e completamente umani, quindi emotivi, bisognosi di senso e appartenenza.
Essere radicati nel corpo significa avere una profonda connessione e consapevolezza delle sue sensazioni e dei suoi bisogni. Significa essere presenti e centrati, avere chiarezza di sé, della propria energia e postura in relazione a persone e situazioni, anziché essere in balìa delle emozioni e dei loop mentali. È uno stato in cui mente e corpo sono in armonia.
Un buon radicamento nel proprio corpo offre tranquillità e sicurezza, quindi l’intima sensazione di fiducia nel proprio valore, la libertà di esprimere le proprie risorse personali, la padronanza di sé e la capacità di gestire o regolare le proprie emozioni.
Quindi, anziché impiegare energie per rappresentare sé stessi, le liberiamo per creare e produrre.
Inoltre, un buon radicamento nel corpo offre il vantaggio di far diminuire la distanza tra apparenza e realtà. Quante volte ascoltare le tue sensazioni corporee ti ha offerto una visione più reale delle persone o delle situazioni?
Alla luce di tutto ciò, possiamo lasciare fuori dai luoghi del lavoro tutto questo?
Viviamo l’era del corpo sovraesposto e stereotipato, eppure è spesso assente nel mondo del lavoro, se non come contenitore di una mente o supporto di braccia e mani che producono. Tuttavia, il corpo ha un ruolo decisivo nel benessere lavorativo e nelle decisioni importanti della vita.
Tutta la nostra storia è incarnata nel nostro corpo, scritta sulla sua superficie.
La pelle è l’organo di senso più esteso: riesce a trasmetterci tante informazioni grazie ai suoi neuroni, i piezo, dotati di una intelligenza propria.
Sulla pelle manifestiamo le nostre emozioni, “a pelle” sentiamo il clima aziendale o la genuinità di una persona.
Il corpo è in grado di acquisire, conservare e utilizzare la conoscenza, rendendolo una fonte di intelligenza. Mettere l’esperienza e la conoscenza incarnata al centro del modo in cui le persone e le organizzazioni comprendono il mondo è una scelta di immensa potenza.
La capacità di sentire il proprio corpo dall’interno non è qualcosa che deve essere costruito dall’esterno. È qualcosa di presente naturalmente in ognuna e ognuno di noi. Ciò che interferisce è l’attività della mente, quell’incessante rumore di fondo.
Basterebbe impegnarla diversamente (come nella pratica yoga o nella mindfulness quando portiamo la sua attenzione al respiro e al corpo) perché le sensazioni emergano con chiarezza e bellezza, per darci le indicazioni di cui avevamo bisogno.
Cosa possiamo fare, come singoli professionisti e come organizzazioni, per riportare il corpo dentro la vita lavorativa?
Prenderci cura del nostro corpo e attivarci con interesse e premura verso qualcuno o qualcosa; la cura ci invita a partecipare con coraggio, responsabilità e sensibilità, coinvolgendo i livelli interconnessi su cui viviamo, cioè fisico, emotivo, mentale.
Pratiche come Yoga e Mindfulness ampliano e approfondiscono l’ascolto e il respiro; quindi, aiutano a riconnettersi con il corpo e a lasciar andare il cortisolo accumulato con lo stress.
Fare pause attive e riunioni camminando migliora la salute psicofisica, incrementa chiarezza e creatività.
In conclusione, riportare il corpo al centro della nostra vita lavorativa è essenziale per un futuro lavorativo più sano e fecondo.
Apprendere con tutto il corpo e avere fiducia nelle sue sensazioni è fondamentale anche per sviluppare team armoniosi, più felici e creativi.
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